Cosa c’è nel pane che mangiamo

Ogni anno in Italia spendiamo quasi 8 miliardi di euro per comprare prodotti di panetteria.
Ma siamo sicuri di sapere cosa c’è nel pane che mangiamo?
Stefano Montanari direttore del laboratorio Nanodiagnostics di Modena insieme alla moglie da anni fa ricerca sulle nanoparticelle di metalli pesanti, presenti nei cibi che mangiamo.
Su 135 tipi di farina, circa il 40% è risultato contaminato da micro e nanoparticelle inorganiche.
I motivi di tale contaminazione possono essere molteplici:
- conservazione per molto tempo all’interno di grossi silos. Nel corso del tempo le pareti di questi silos possono rilasciare queste particelle che si disperdono nel grano
- anche durante la molitura del grano per la produzione della farina le stesse macine possono rilasciare queste nanoparticelle in quanto si consumano durante la lavorazione.
- trasporto o trasferimento del grano o delle farine in contenitori ripuliti male, che in precedenza contenevano altro.
Quindi dei frammenti di questi silos e di queste macchine possono contaminare la farina e conseguentemente contaminano i cibi prodotti. In effetti la legge prevede che vengano fatte alcune tipologie di analisi sulle farine, ma non sono previste analisi specifiche per le nanoparticelle che sono quindi presenti.
Queste particelle possono essere di: ferro, nichel, alluminio, cromo, stronzio, silicio, magnesio. Esse se ingerite con il cibo, attraverso l’apparato digerente entrano nel nostro organismo e vengono circondate da un tessuto connettivo che si modifica formando il tessuto di granulazione, ossia un tessuto in fase di infiammazione cronica che appare granulato, dove i granuli sono bozze di vasi sanguigni. Dalle cellule di questo tessuto, anche dopo 10 anni, può generarsi un cancro.
E’ di qualche anno fa la notizia che il Corpo Forestale dello Stato sequestrò circa 1000 q.li di grano proveniente dai paesi dell’Est europeo (operazione “Grano sicuro”) che viaggiavano su camion che in precedenza erano stati utilizzati per il trasporto di rifiuti tossici. Questi camion all’andata trasportavano amianto, fanghi tossici e sottoprodotti di fonderie (per essere smaltiti illecitamente), al ritorno portavano il grano in Italia. Al riguardo la normativa è molto chiara: è vietato trasportare prodotti alimentari destinati al consumo umano utilizzando mezzi e recipienti utilizzati per il trasporto dei rifiuti. Appaiono quindi evidenti le pessime condizioni igienico-sanitarie della materia prima con la possibilità che queste sostanze si mescolino con il grano. Si sospetta che già molto grano trasportato con queste modalità, sia finito in passato nelle nostre industrie alimentari. Si auspica che vengano posti in essere controlli più serrati atti a limitare questo genere di reati e salvaguardare maggiormente la salute del consumatore. Quindi attenzione ai prodotti che acquistiamo e sopratutto preferiamo la “trasparenza” degli esercenti, ossia acquistiamo da coloro che ci danno garanzie tangibili sulla provenienza e la salubrità della loro materia prima e dei prodotti!